Ai tempi aurei di Saturno, quando i coloni ausoni saltavano sopra
otri gonfi d'olio, unti d'olio invocavano Bacco con liete canzoni
paesane, i nostri monti erano rivestiti di sacre querce. La sera
le fate, vaghe fanciulle che venivano dal seno dei fiumi....,
salivano in coro all'ombra dei boschi e sui monti sorvolavano appena
sopra le sacre querce insieme alle altre divinità. Venere leggiadra
guidava la danza delle fate nel cielo stellato. Ma un giorno i
sacri boschi furono profanati e tagliati, mentre le fonti e i fiumi
contaminati. Allora le fate fuggirono e piangendo si nascosero
nelle caverne. |