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I
PRIMI ANNI DI GUERRA
I primi anni di guerra furono per
Sonnino, più o meno, tranquilli. La rappresentanza dell’allora ex regime
fascista, fatta di pochi elementi locali, in linea di massima, non diete a gravi
episodi di prevaricazione o sopruso. I tedeschi stabilirono il comando presso
l’Abbazia di Fossanova e accampandosi nei pressi del castello di San Martino,
dove erano anche i “repubblichini” e nei sughereti della “Ripa”. A Sonnino si
facevano vedere di tanto in tanto, dando vita a un fuggi fuggi generale, di
solito per cercare lavoratori da utilizzare soprattutto a Pontemaggiore per
allagare l’Agro Pontino, per scavare trincee o come manovalanza nei lavori di
fortificazione lungo la costa. Alle 10,15 circa dell’11 novembre 1943, iniziò un
duello aereo, proprio sopra il paese, tra due caccia americani e uno tedesco.
Alla fine l’aereo tedesco venne abbattuto e cadde in fiamme dietro il Monte
Pero, seguito dal pilota che si era nel frattempo lanciato con il
paracadute.
Il 23 gennaio 1944 verso le 18,00
arrivò a Sonnino un’autocolonna tedesca. La voce si diffuse subito e provocò
molto panico tra la popolazione in quanto pareva un rastrellamento. Poi si disse
che avevano sbagliato strada perchè tornarono indietro. Su questo episodio ci
sono da fare delle considerazioni. Sembra che i tedeschi in teoria non avessero
sbagliato strada perchè sulle cartine dell’epoca la strada dei Doveri, che
portava a Monte San Biagio e verso la piana di Fondi, c’era per cui forse, i
tedeschi pensavano di approfittare della scorciatoia ma si ritrovarono di fronte
ad una strada chiusa, poiché la ditta Camanci aveva iniziato i lavori ma non li
aveva mai terminati.
Poi arrivarono i giorni tragici dei
bombardamenti. Gli alleati erano bloccati da parecchi mesi sulla linea difensiva
tedesca “Gustav”, che partendo dalla zona di Minturno-Castelforte passava per
Cassino fino all’Adriatico. Lo sbarco di Anzio, avvenuto alla fine di gennaio
1944 non aveva raggiunto lo scopo di prendere alle spalle i tedeschi e tagliare
la strada per Roma. Pertanto gli alleati intensificarono ulteriormente i
bombardamenti sul territorio ancora in mano al nemico. Comunque, nel caso di
Sonnino, bombardamenti e mitragliamenti non erano di natura tattica o
strategica ma di natura terroristica, perchè in paese non vi era nulla da
colpire.
Bombardieri
B-24 americani
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Così il 22 aprile 1944 verso
le 11,30 si sentì, come oramai di consueto, il rombo dei bombardieri che
virarono verso il paese e cominciarono a giungere nell’abitato bombe e
spezzoni accompagnate da mitragliamenti. Le zone più colpite furono
Borgo Sant’Antonio, la Porta di Tocco e la Porta Riore. Alla Porta Riore
vi erano degli ambulanti con le bancarelle e si era radunata molta
gente, fra cui molti bambini che giocavano al sole di primavera. Alle
prime detonazioni cominciarono a correre in tutte le direzioni in cerca
di riparo. Il bilancio delle vittime fu altissimo, morirono oltre 50
persone di cui circa 40 e gli altri nei giorno seguenti per le ferite
riportate. I feriti furono circa 80. A quel tempo non vi era un servizio
ambulanza, tra urla, lamenti e pianti, si videro delle scene pietose,
molti feriti furono portati all’ospedale su asini o dentro le “scife”,
ove di solito si metteva il pane appena cotto, altri a un punto di
raccolta, dove era in attesa un autocarro, la “trentaquattro” in
partenza per Priverno, molti non vi arrivarono nemmeno. I morti furono
accatastati su un carretto nei pressi del “Montano dei Monaci” e portati
direttamente al cimitero. La gente cominciò a sfollare verso le campagne
per la paura. I motivi che indussero gli alleati a bombardare Sonnino,
ancora oggi, non sono noti, si fecero mille congetture, tenuto conto che
la popolazione Sonninese non aveva mai collaborato con i tedeschi e non
vi erano obiettivi militari. Qualche spezzone rimase inesploso, come
quello sul campanile della chiesa di S.Angelo, e subito si pensò al
miracolo.
Un secondo mitragliamento e
bombardamento avvenne il 17 maggio alle ore 7,15, pare che alcuni aerei
Spitfire virarono all’altezza del Monte Ceraso e si gettarono, uno
dietro l’altro, in picchiata verso Sonnino. I piloti, durante la
picchiata, accesero le sirene, che con il loro sibilo penetrante e
insistente, diffusero di nuovo panico e terrore. Morirono altre 15
persone, e vi furono altre distruzioni con interruzione della corrente
elettrica. In una abitazione, in via Arringo, alla sinistra dell’attuale
Centro Anziani, una bomba penetrò dal tetto fino alle fondamenta. Questa
scoppiando lasciò al posto delle casa un enorme buco, quì trovarono la
morte 13 persone. |
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