Antonio Gasbarrone
Giacomo Antonelli
Pomponio De Magistris
Sandro Altobelli
Elena Bono
Riccardo De Angelis
Velasio De Paolis
Antonio Maria Musilli
Angelo Petricca
Lelio Pellegrini
P.Francesco Manicone
Fra Giacomo De Rossi
Padre Maestro Sebastiano
Francesco De Carolis
Nicolò e Pomponio Pellegrini
Gaetano de Ovij
Francesco Sabellico
Francesco Mancini
Giuseppe Sabellico
Sebastiano Monti


ANTONIO GASBARRONE



Antonio Gasbarrone (nome che risulta così sul registro dei morti, ma che è poi diventato nell’uso parlato “Gasparoni”) nacque a Sonnino il 12 dicembre 1793 e morì ad Abbiategrasso il primo aprile 1880
. Originario di una famiglia di pastori e orfano di entrambi i genitori a 15 anni, si ‘avviò’ al banditismo nel 1814 con l’uccisione del fratello della donna che aveva chiesto in moglie e che gli era stata rifiutata, poiché egli risultava essere fratello di brigante.
Dapprima al seguito di un brigante calabrese (detto appunto “il calabresotto”), e poi capo della propria banda, egli visse alla macchia fino al 1825, quando, persuaso da un prelato di Sezze, decise di consegnarsi allo Stato (allora Stato della Chiesa), nella speranza di beneficiare presto di un’amnistia o di un lavoro.
Rimase invece in carcere fino al 1870, quando con l’Unità d'Italia venne finalmente liberato.

Rifiutato, tuttavia, dal suo paese d’origine, condusse gli ultimi anni della sua vita nel quartiere romano di Trastevere, finché, non godendo delle simpatie delle autorità civili ed ecclesiastiche, fu inviato a trascorrere i suoi ultimi giorni in una sorta di ospizio nel nord Italia.
La fama di Gasbarrone varcò i confini dell’Italia prima ancora della sua morte, e si costruì intorno alla sua figura un mito duraturo, che lo ha fatto divenire uno dei più noti fuorilegge della storia.
La capacità di sfuggire alla cattura e di mirare l’azione criminale spesso in difesa dei più poveri ha alimentato la leggenda su questo “bandito galantuomo”, la cui figura, insieme a quella di altri briganti, sembra essere stata in qualche sintonia con un certo ribellismo sociale presente nella comunità di Sonnino,  che trovava le sue radici nella particolare congiuntura storico-politica dello Stato Pontificio, qui al confine col Regno di Napoli.