GABRIEL GRANDE
"LETORCEINQUARANTENA"
Quranta giorni dopo Pasqua, alla viglia dell'Ascensione di Gesù, il mio paese si anima e si respira un'aria che sa di
antico e tradizionale.
Quattro uomini, chiamati Caporali, stretta tra le braccia una torcia, fatta di cera vergine, partono dal santuario
dell vergine delle Grazie, al rimbombare degli spari dei fucilieri e al suono delle litanie, che tutta la gente canta
ad alta voce e con devozione alla viglia stessa, perchè li protegga nel lungo cammino che stanno per intraprendere:
revisione dei confini del paese.
La sera gli occchi di chi è rimasto in paese, sono fissi al Costone delle Serre e con cuore ansioso aspettano le prime
lucine che si accendono, poi un grido: "Eccole stanno spuntando!".
Allora le campane suonano a festa e con i fuochi d'artificio si salutano gli "eroi" che hanno quasi portato a
termine la loro missione.
E per un altro anno i confini di Sonnino e i Sonninesi sono al sicuro.
Quest'anno, purtroppo, tutto questo non accradrà.
Questo maledetto virus ci priva della nostra tradizione millenaria, prima la guerra ora lui rendono questo giorno
molto triste e privo di quell'entusiasmo e di quell'aria di antico che c'è tutti gli anni.
I caporali restano a casa, i fucilieri non sparano e il Costone delle Serre non si illumina delle loro luci.
Niente fuochi d'artificio, niente litanie e niente ansia dell'attesa del ritorno, per sapere se è andato tutto bene.
Arrivederci Caporali e torciaroli all'anno prossimo, perchè sono sicuro che questo maledetto virus sarà sconfitto.
Evviva le Torce, evviva Maria!!!.