I video de "La Desolata"

VIDEO DI PRESENTAZIONE

LE NOSTRE RICERCHE Introduzione
La scoperta di Casacanditella
La scoperta degli antichi testi
La ricostruzione delle origini
Le composizioni musicali
Conclusione
Riferimenti bibliografici

Confronto fra le diverse versioni
A cura di Michele Di Giuseppe

LE FOTO ED IL VIDEO DELL'INCONTRO
DI CASACANDITELLA
15 Settembre 2012

LE FOTO DELLA
CONFERENZA-INCONTRO
DI SONNINO
24 Luglio 2011

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Confronto fra le diverse versioni
A cura di Michele Di Giuseppe

Sonnino Ora di Maria V. Desolata
1814
Casacanditella Il giorno di Maria Desolata
Altre canzonette
Tra il 1802 e il 1814
INTRODUZIONE
Su quel freddo e duro sasso,
che nasconde il caro figlio.
Fisso il guardo immoto il ciglio
sta la madre a sospirar.

Di Maria che langue e geme
già divisa dal suo bene
alme e fide il duol le pene
deh venite a consolar.
INVITO
Su quel freddo e duro sasso,
Che le asconde il caro Figlio,
Fisso il cuore, immoto il ciglio,
Sta la Madre a sospirar.
Di Maria che langue e geme
Già divisa dal Suo Bene,
Alme fide, il duol, le pene
Deh! venite a consolar.
1° CONSIDERAZIONE
Deh voi che per la via passando
deh voi che mi osservate, ditemi
se trovate, eguale al mio dolor.
A vista della tomba che chiude il mio
diletto, strugger mi sento in petto,
per l'amarezza il cuor,
mi sento in petto struggere il cuor.
MEDITAZIONE PRIMA
Deh! Voi, che per la via
Passando mi osservate,
Ditemi, se trovate
Eguale al mio dolor.
A vista della tomba,
Che chiude il mio Diletto,
Strugger mi sento in petto
Per l'amarezza il Cor.

Deh voi che per la via
passando mi osservate,
ditemi se trovate
uguale al mio dolor.

A vista della tomba
che chiude il mio diletto
strugger mi sento in petto
per l’amarezza il cuor.
Per la Stazione I.
O voi, che per la via
Passando, mi osservate,
Ditemi se trovate
Eguale al mio dolor.
A vista della tomba,
Che chiude il mio diletto,
Strugger mi sento in petto
Per l'amarezza il cuor.
O Madre desolata,
Son io che t'ho spogliata
Del caro tuo tesor.
Stabat mater dolorosa
iusta crucem lacrimosa
dum pendebat Filius.
Si diranno sette Ave Maria col Gloria Patri e la prima parte dello Stabat Mater

Lapide che racchiudi
l’amabile mia prole
tu mi nascodi il sole
io resto nell’orror.

Convien che io vada intanto
sommersa nella doglia
con la sacrata spoglia
mi resta questo cuor.
Per la Stazione II.
Lapida, che racchiudi
L'amabile mia prole.
Tu mi nascondi il sole,
Io resto nell'orror.
Convien, ch'io parta: intanto
Sommerso nella doglia
Colla sagrata spoglia
Vi resti questo cuor.
O Madre desolata ec.
2° CONSIDERAZIONE
Al monte della mirra
al colle dell'incenso
ritorno e qui ripenso
che svenne il mio bel fior.
Croce su cui pendente
colle squarciate vene
stette l'immenso bene.
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MEDITAZIONE SECONDA
Al monte della mirra,
Al colle dell'incenso
Ritorno: e qui ripenso
Che svenne il mio bel fior.

Croce, su cui pendente
Colle squarciate vene
Stette l'immenso Bene,
T'adoro, e stringo al Cuor.

Al monte della mirra,
al colle dell’incenso
ritorno e qui ripenso
che svenne il mio bel fior.

Croce su cui pendente
con le squarciate vene
stette l’immenso bene
ti adoro e stringo al sen.
Per la Stazione III.
Al monte della mirra,
Al colle dell'incenso
Ritorno, e tra me penso,
Quì svenne il mio bel fior.
Croce, da cui pendente
Colle squarciate vene
Stette l'immenso bene,
Ti adoro, e stringo al cuor.
O Madre desolata ec.
Eja mater fons amoris
me sentire vim doloris
fac ut tecum lugeam.
Sette Ave Maria, e la seconda parte dello Stabat Mater.

Gerusalemme ingrata
il Salvator bramasti
venuto il condannasti
qual empio malfattor.

E voi che mi guardate
ravvolto in tetro manto
pie donne il vostro pianto
più mi trafigge il cuor.
Per la Stazione IV.
Gerusalemme ingrata,
Il Salvator bramasti;
Ei venne, e il condannasti
Qual tristo malfattor.
E voi, che mi guardate
Ravvolta in tetro ammanto,
Pie donne, il vostro pianto
Più mi trafigge il cuor.
O Madre desolata ec.
3° CONSIDERAZIONE
Eccomi accolta in casa
del figlio d'adozione
la mia desolazione
non è perciò minor.
Penosa ascolto e parlo
penosa muovo il ciglio
e non vedendo il Figlio

m'è tutto fiele al cuor.
MEDITAZIONE TERZA
Eccomi accolta in casa
Del Figlio d'adozione,
La mia desolazione
Non è perciò minor.
Peno, se ascolto, o parlo,
Peno, se muovo il ciglio,
E non vedendo il Figlio
M'è tutto fiele al cuor.

Eccomi accolta in casa
del figlio d’adozione
la mia desolazione
non è perciò minor.

Penso se ascolto o parlo
penso se giro il ciglio
e non vedendo il figlio
m’è tutto fiele il cuor.
Per la Stazione V.
Eccomi accolta in casa
Del figlio di adozzione;
La mia desolazione
Non è però minor.
Peno, se ascolto, o parlo,
Peno, se giro il ciglio;
E non vedendo il Figlio
M'è tutto fiele al cuor.
O Madre desolata ec.
quando corpus morietur
fac ut animae donetur
paradisi e gloria. AMEN
Sette Ave Maria, e la terza parte dello Stabat Mater.

Non v’è chi mi consola
dei miei più fidi e cari
anche i conforti amari
rendomi al mio languor.

Tutta l’orrenda scena
dì e notte m’è presente
non cessa fieramente
di lacerarmi il cuor.
Per la Stazione VI.
Non v'ha chi mi consoli
De' miei più fidi, e cari,
Anche i conforti amari
Fannosi al mio languor.
Tutta l'orrenda scena
Dì, e notte m'è presente,
Non cessa fieramente
Di lacerarmi il cuor.
O Madre desolata ec.

Madre son divenuta
del popolo redento
ma pure il mio contento
è amareggiato ancor.

Che giova aver dei figli
se molti a perir vanno
con lor perpetuo danno
Dio viene meno il cuor.
Per la Stazione VII.
Madre son divenuta
Del popolo redento,
E in questo il mio contento
È amareggiato ancor.
Che giova aver de' figli,
Se molti a perir vanno
Con lor perpetuo danno?
O Dio! ... vien meno il cuor.
O madre desolata
son io che t’ho spogliata
son io che t’ho spogliata
del caro tuo tesor.
O Madre desolata,
Son io, che t'ho spogliata
Del caro tuo tesor.
CONCLUSIONE
DE gradisci o madre afflitta
per compagno il nostro pianto
e su noi si volga intanto
la materna tua pietà.....
CONCLUSIONE
Deh! gradisci, o Madre afflitta,
Per compagno il nostro pianto,
E su noi si volga intanto
La materna tua pietà.

Testo tratto da un foglio battuto a macchina risalente probabilmente agli anni '70.
Differisce in parte da quello realmente cantato.
NB: i versi "il ciglio e non vedendo il Figlio" sono stati omessi in tale foglio sicuramente per un errore di battitura.

Testo tratto da
(1855), Ora di Maria V. Desolata dopo la morte del figlio - Esercizio divoto da praticarsi in publico o in privato, dalle ore 21 del Venerdì Santo, e in tutti i Venerdì dell’anno per lo spazio di un’ora, o di mezz’ora, in Esercizi devoti a Maria Vergine Addolorata e ad alcuni Santi e Beati dell’Ordine de’ suoi Servi, P. Filippo M. Ronchini, Roma, Tipografia Salvucci, pagg. 61-70

Testo tratto da un foglio battuto al pc risalente probabilmente agli anni '80-'90.

Testo tratto da
(1817), Il Giorno di Maria Desolata - Esercizio divoto da praticarsi in onore di Maria dalla sera del Venerdì Santo sino all’alba della Domenica di Pasqua - Divozione oltre modo gradita alla medesima SS. Vergine, Roma, Stamperia dell’Osp. Apost. di S. Michele presso Carlo Mordacchini