IL MERCATO IMMAGINARIO DELL’USATO
Un giorno camminando svagato e sfiduciato
mi trovai a un mercato dell’usato,
così guardandomi intorno, nelle varie bancarelle,
sentii dentro di me un vuoto, un vuoto così forte
che passando tra i banchi della merce esposta ebbi l’impressione
di sentirmi perso e così mi misi alla ricerca di me stesso.
Guardo a destra ed ecco una divisa militare,
mi fermo. Ci penso. Mi domando:
“E’ questo che mi manca?” Mi rispondo secco: "no!"
Guardo a sinistra e un libretto con pensieri, fucili,
rivoluzioni e brigate spiccano in evidenza,
Forse mi attirano. No! non è nemmeno questo che mi chiama.
Più avanti il mio sguardo si posa su un quadro-
la sua bella immagine mi lascia pensieroso….
pare che l’avidità di possedere una donna mi appaghi. Ma no! Ancora no.
Intanto più avanti alcune macchine e moto rimesse a nuovo attirano
la mia attenzione. Forse ci sono, ma inevitabilmente dico sempre no.
Intanto, stanco mi fermo, la mancanza di fiducia verso tutti
mi porta al vizio e per vizio intendo fumo, gioco,
alcool, droga uguale a morte.
Ma nel momento più nero i miei occhi
in lontananza vedono un campanile,
e quei tristi rintocchi che sfiorano le mie orecchie,
giungono pesanti al mio animo, mi scuotono,
cammino prima piano, poi più forte, sempre più forte.
Un organo suona quasi scandendo i miei passi.
c’è un sussulto in me, mi animo, entro dentro la chiesa.
Delusione. C’è un funerale. Si, c’è un funerale.
E’ il mio funerale. E allora io mi rifiuto di far
celebrare il mio funerale, perché non sono ancora morto.
E mentre l’organo continua a suonare sempre più forte,
svegliandomi mi dico: "AMICO SEI RINATO."
E dopo un po’ di riflessione mi accorgo, che era la fede che mi mancava.