Circa duemila anni fa Terracina, nota città balneare a sud di Roma, conosceva il
periodo più fulgido della propria storia grazie ad uno sviluppo economico assicuratole
da una delle opere ingegneristiche più notevoli della civiltà romana: il taglio
del cosiddetto Pisco Montano, una propaggine montuosa aggettante sul mare. Ancora
oggi, in questa località carica di storia, è possibile ammirare le tracce degli
scalpelli sulla parete rocciosa e avere la testimonianza diretta della misura del piede
romano attraverso le cifre rimaste incise nei cartigli.
È in questa cornice storica dell'apertura di una nuova strada, l'Appia lnferior,
che si svolge la vicenda di due giovani, uno schiavo dacico ed una nobile del posto,
che si ritrovano a vivere dentro le esaltazioni di un impero al culmine della sua potenza
e ricchezza, ma anche immersi nelle contraddizioni di una società bacata e
povera dentro. Per loro (ma anche per gli altri protagonisti della vicenda), il taglio
della montagna rappresenta una metafora, il paradigma di vita di esistenze, portate
a ricercare una cesura al proprio vivere quotidiano, al pari della svolta che la città
si attende dal compimento dell'opera pubblica.
Il lettore è accompagnato a immergersi in una realtà verosimile e, per ciò stesso,
con le credenziali di una vicinanza alla realtà autentica. Aiuta in questo anche l'originale
scelta di campo che l'autore fa riguardo al sistema narrativo. I personaggi
tutti (altra particolarità: hanno vita anche gli essere inanimati come il Pisco Montano,
ribattezzato dall 'autore per l'occasione Rupe Traiana) si ritrovano ad aver
voce a turno, in una specie di staffetta, che imprime alla narrazione una coralità da
teatro greco-romano ed un ritmo quanto mai calamitante.
Ercole Bersani è nato a Sonnino (Latina) nel 1946. Ha diviso la sua vita lavorativa
tra l'insegnamento e la collaborazione a diversi quotidiani. Lasciati i manuali scolastici
e la cronaca giornalistica, si è dedicato alla cura dei nipoti, considerandosi
in tutto e per tutto un nonno a tempo pieno. Nei ritagli di tempo ha trovato modo
di misurarsi con la scrittura letteraria, ideando un romanzo storico, che vuole essere
un inno d'amore a quella che è stata la sua città adottiva, luogo in cui ha trovato
radici e coltivato affetti.