Nel libro "Sonnino a Primavera" del compianto
maestro Innocenzo Pennacchia, tra i personaggi
che hanno dato lustro a Sonnino è citato Padre
Antonio Musilli, Compositore e Maestro di
Cappella in Assisi.
Non avendo altre notizie, abbiamo effettuato delle ricerche su internet, ecco i risultati:
Padre Antonio Maria Musilli (1792 – 1880) è stato una figura importante per la storia
della Basilica Papale di San Francesco d’Assisi; maestro di Cappella dal 1842 al 1858,
ha contribuito con la sua arte, a far crescere la realtà musicale della Basilica.
Domenica 27 gennaio 2013, alle ore 15.45, nella Basilica Inferiore di San Francesco d’Assisi,
è stato presentato il cd “Musiche per Organo” edito da Tactus di padre Antonio Maria Musilli:
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Padre
Antonio Maria Musilli (1792-1880), fu
teorico e compositore appartenente al convento di
Velletri della provincia religiosa romana dei Frati
Minori Conventuali; appassionato, come era, della
musica fu inviato dal Padre Generale Luigi
Battistini dci Frati Minori Conventuali ad Assisi
per studiare con Padre Antonio Maria Amone
(1768-1848), dello stesso ordine francescano, il 20
novembre 1825. Morto padre Amone, fu mandato dal
nuovo Padre Generale Antonio Barbetti a Napoli a
studiare con l'allora celebre maestro Nicola
Zingarelli.
Il 5 ottobre 1848 il Papa “vivae vocis oraculo” gli
conferisce la laurea in musica e nello stesso anno
gli venne conferito dal padre Generale dell'Ordine
Francescano conventuale il titolo ufficiale di
Maestro di Cappella nella Basilica di S. Francesco
in Assisi.
Padre Musilli fu compositore fecondo, i suoi
manoscritti, quasi tutti autografi, testimoniano una
costante attività, maturata attraverso lo studio
delle composizioni dei suoi maestri e dei suoi
contemporanei; pazientemente ricopiate e, a volte,
rielaborate seppe trarre da esse la sua singolare
maestria.
Egli compose oltre 172 opere tra teoriche (Metodo di
armonia e di Solfeggio), e pratiche: Metodo di scale
e salti, Canoni, Contrappunti, e anche moltissima
musica strumentale per organo o cembalo e per gruppi
strumentali diversi: capricci per 2 corni, sonate per
due flauti e basso continuo, fughe a 4 parti per
archi, sonate per organo o cembalo, temi e
variazioni per cembalo.
Padre Musilli compose moltissima musica corale, con
accompagnamento e senza, per gli usi della basilica
tra le quali spiccano i responsori e cinque Passio
per la settimana santa; non manca certo un
considerevole gruppo di opere dedicate alla Beata
Vergine Maria ed in particolare l'antifona Tota
pulchra che musicò per organico maschile, retaggio
questo dell'epoca e che oggi costituisce un motivo
per cui la sua musica non viene eseguita spesso.
Già al suo tempo però fu particolarmente ammirata la
musica di un suo Tota pulchra a due tenori e basso,
composta in Assisi nel 1862. L'inizio di esso e
molto gioioso, piccoli intrecci ed imitazioni
caratterizzano lo sviluppo di questa composizione;
tutto il coro si unisce supplicando mestamente
all'invocazione “O Maria”, mentre un crescendo
vigoroso ci porta sino alla chiusa, che pianissimo
conclude, come in un'eco alle parole "Jesum Christum”.
Questo è il più bello dei cinque Tota pulchra
lasciati dal Padre Musilli che ancora oggi viene
eseguito nella Basilica di S. Francesco in Assisi,
durante la Novena dell'Immacolata. |
Riscoprire e riproporre
all'attenzione pubblica la pregevole opera
organistica di Antonio Maria Musilli, è stata
un'operazione culturalmente assai significativa, in
quanto arricchisce indubbiamente il panorama
musicale umbro risorgimentale.
Dal corpus delle composizioni organistiche dcl
Musilli, si evince un'estrema versatilità
stilistica, che, inserendosi in un tradizione ben
consolidata, viene rivissuta e fatta propria in modo
originale dal musicista, che rifuggendo da qualsiasi
stereotipia, si impone per la sua verve, per la sua
vena melodica fluente, briosa, per la varietà
ritmica, nonché per la maestria nella diminuzione
ornamentale e nella varietà delle soluzioni
armoniche adottate; nondimeno è evidente un tipo di
scrittura sempre alla ricerca di figurazioni
estremamente variegate.
Il volume dei 100 esercizi per organo analogicamente
disposti datati 1861, manifesta quello stile
tipicamente "classico", caratterizzante buona parte
della produzione organistica italiana del periodo e
assolutamente atipico in relazione a coeve
esperienze musicali. Potremmo supporre che lo stesso
sia stato dettato da precise esigenze di ordine
didattico, sia attinenti all'aspetto compositivo che
esecutivo, in relazione all'attività educativa
musicale rivolta ai novizi del Sacro Convento.
Si sono scelti cosi i brani ritenuti più
significativi in relazione alle diverse tipologie
formali rappresentate nell'opera, ovvero: preludi,
rondò, andanti, pastorali, temi con variazioni,
eseguendoli su un organo settecentesco, atto ad
esaltarne la specificità.
E’ d'obbligo rimarcare che la funzionalità didattica
è talora espressa esplicitamente anche in altri
manoscritti, come la Sonata in stile legato (MS
798), che reca nel frontespizio la dicitura
“composta [. . .] per rendere agevole il trasporto a
sette toni usuali e cosi disporsi a sonar di
capriccio nella casa di Dio”.
D'altro canto, il Ms 824 delinea un linguaggio
musicale più 'moderno' e ricercato, il tutto anche
prescindendo dalla sua datazione; infatti,
risultando mancante dei primi tre brani e del
frontespizio, non ci fornisce elementi essenziali
alla ricostruzione di un'eventuale evoluzione
stilistica dell'autore.
Dai titoli di alcuni brani della silloge, comunque,
se ne desume l'evidente destinazione liturgica; a
tal proposito è da notare lo spirito del brano N.13
Elevazione, che ci interroga sulla diversa
percezione del carattere della musica nel contesto
dei vari momenti della celebrazione. Estremamente
rilevante, inoltre, è la presenza delle indicazioni
dell'autore dei registri da usare, che confermano la
prassi interpretativa abituale a livello timbrico di
questo specifico repertorio, in particolare riferita
agli strumenti presenti un tempo nella basilica
francescana.
Appare quasi superfluo sottolineare lo stile
operistico che anima queste pagine, tipico della
musica organistica dell'epoca, che ben si attaglia
alle possibilità timbriche degli organi umbri
ottocenteschi, ricchi di colore, di registri ad
ancia e di accessori che esprimono un evidente gusto
sinfonico/bandistico. |