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Il cardinale
Giacomo Antonelli
per circa trent’anni, dal 1848 al 1876, dominò
la scena italiana ed europea come
amministratore, finanziere, diplomatico e
Segretario di Stato di papa Pio IX. |
Altre agitazioni furono poi provocate
utilizzando opportunisticamente il colera
nel tentativo di promuovere insurrezioni
popolari contro il governo, accusato di
incuria o addirittura di diffusione
volontaria del morbo. L’episodio più grave
si verificò a Viterbo, dove Mons. Giacomo
Antonelli istituì una commissione militare
e questa nell’ottobre del 1837 condannò
quattro giovani alla morte, fra cui Giuseppe
Arcangeli, figlio del gonfaloniere di
Viterbo ed il marchese Pio Muti-Bussi e
altri sette a vari anni di galera: Gregorio
XVI però commutò a pene detentive quelle
di morte. |
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Il 14 dicembre 1850, fondò la Guardia Papalina
(fondendo l’allora Guardia Civica Scelta e la
Milizia Urbana). Il Corpo della Guardia Papalina
è stato soppresso da Paolo VI nel settembre
1970. |
Nei capitoli quarto e quinto del libro l’autore attacca frontalmente il cardinale e i suoi familiari “oriundi della Ciociaria”, tra i quali il conte Filippo, governatore della Banca Romana: una vera e propria consorteria accusata di aver gettato “ la rete su tutta Roma” e di aver trasformato il principato di Santa Romana Chiesa in una “Società di traffico e di cambio”, ovvero in una sorta di tangentopoli del secolo scorso. |
L’abate Antonio Rosmini, che, insieme a
Gioberti, fu il più¹ autorevole filosofo
dell’Ottocento, fallì la sua missione
diplomatica anti-austriaca svolta presso Pio
IX per conto del governo piemontese: il
Papa, combattuto fra la posizione del
Piemonte e quella dell’Austria, cedette alle
pressioni del cardinale Giacomo Antonelli,
favorevole a Vienna. Il cardinale divenne il
suo più¹ invidioso rivale e per Rosmini, e
per la sua filosofia, fu l’inizio di un
lungo ostracismo: la sue opere furono messe
all’indice. Il 30 giugno 2001 la
Congregazione vaticana per la dottrina della
fede lo ha riabilitato. |