Nato a Sonnino, allora feudo dei Colonna, fu,
secondo lo storico Girolamo Tiraboschi, «uomo
che da' suoi meriti e dalle promesse fattegli da
più pontefici pareva destinato a' più grandi
onori; ma che non giunse che ad ottenere alcuni
benefici ecclesiastici».
Tenne la cattedra di filosofia morale allo
Studio della Sapienza di Roma dal 1587 fino alla
morte, avvenuta nel 1602. Pubblicò nel 1597 il
"De affectionibus animi noscendi et emendandis
commentarius" e, nel 1600, un'edizione della
traduzione in latino, del 1558, di Denis Lambin
dell'Etica Nicomachea di Aristotele - i "De moribus libri decem"
- corredandola di un riassunto e di commenti,
nei quali «altera il testo di Aristotele di cui
lamenta la difficoltà e l'oscurità». Benché
Aristotele sconsigli lo studio dell'etica ai
giovani, ancora immaturi per una retta
comprensione dei principi morali, il Pellegrini,
al contrario, ritiene che lo studio dell'etica
debba essere impartito prima ancora di quello
della filosofia della natura, in modo che i
giovani possano affrontare gli studi scientifici
con animo libero dalle passioni.
(da Wikipedia)
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Professori di Filosofia, e di Matematiche.
"Si approssimava ormai il tempo, in cui la
Filosofia di Aristotele , che vittoriosa dei
sofferti assalti regnato aveva quasi sempre
nelle Scuole Romane con assoluto impero, dovesse aneh'essa soggiacere alle vicende di tutte le
cose , e veder prima crollar altamente!, e poi
rovinare il proprio trono dalla filosofia di
Platone antica sua temuta rivale. Nel Pontificato
di Sisto
fu destinato a spiegar nelle sudette Scuole
l'Etica di Aristotile
Lelio Pellegrini di Sonnino, Castello della
Campagna di Roma
sui confini del Regno di Napoli , quell'istesso,
che ne recitò
l'Orazione funebre, data in luce dal Ciacconio,
e da Nòi
sopra rammentata. Ma egli più Oratore, che
Filosofo non pensò ad innovar cosa alcuna, e seguì
costantemente insegnando
i precetti del Filosofo Stagirita. L'eloquenza,
di cui era fornito, gli attrasse continuo concorso di Discepoli, e gli diè campo
di perorare in pubblico spesse volte. Si hanno
alle stampe
molte di lui Orazioni, che non mancano
d'eleganza di stile , e
di gravità di sentimenti, da esso composte, e
dette in diverse
occasioni, e specialmente nell'annua apertura
degli studj.
Molto meno di Lelio Pellegrini erano al caso di
far qualche tentativo Mario Acetura di Tricarico Minore
Conventuale , e Alfio Mattioli Carmelita...."
(Filippo Maria Renazzi, Storia dell'università
degli studi di Roma ... , Roma, Pagliarini
1806)
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Altre opere
- De Nobilitate
- Oratio havita in almo Urbis Gymnasio de utilitate
moralis philosophiae, cum Ethicorum Aristotelis
explicationem aggederetur. Anno 1587, Romae 1587
- De Christi ad coelos ascensu, Romae 1592
- Oratio in obitum Torquati Tassi poetae atque
philosophi clarissimi, Romae 1597 |