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LA CARROZZA DEL
GRAN TOUR |
Chi sono
Bartolomeo Pinelli e
Leopold Robert le
cui opere sono ospitate nell'Ecomuseo delle
Terre di Confine a Sonnino?
Cosa li ha spinti ad interessarsi a questo
paese, ai sonninesi, ai loro costumi e al
brigantaggio che ha caratterizzato e contribuito
a costruire l'immaginario di questa città?
Cosa spinse questi artisti, uomini di cultura,
intellettuali di tutta Europa a visitare l'Italia,
le sue bellezze, le sue rovine, le sue antichità,
il suo patrimonio monumentale e le sue genti?
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Ecomuseo Terre di
Confine. La stanza del Grand Tour |
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IL GRAN TOUR A ROMA |
Verso la metà
del '˜700 Roma ospitava una vasta comunità
artistica. La città rappresentava l'emblema
dell'antichità e gli artisti sapevano coglierne
la bellezza ed il fascino. I centri della loro
formazione erano l'Accademia di San Luca fondata nel
1478, che organizzava concorsi tenuti in gran conto
dagli stranieri in visita alla città, e l'Accademia
di Francia fondata nel 1666. |
Accademia di Francia |
Accademia di San Luca |
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PERCHÉ IL GRAN TOUR? |
Dunque cosa spinse in quel particolare
momento storico gli intellettuali europei a visitare
l'Italia? Probabilmente la ricerca delle origini delle
civiltà occidentale: l'Italia come la Grecia
rappresentava il cuore, la culla, non solo della cultura
antica, ma offriva importanti elementi per la crescita
educativa di giovani inglesi, tedeschi, francesi,
svizzeri. In una parola i paesi più avanzati d'Europa
consideravano il nostro paese tappa importante per
l'educazione dei loro giovani gentiluomini e
gentildonne. Dunque la parte finale della loro
formazione era rappresentata dal viaggio in Italia. Qui
erano sempre seguiti da un precettore che indicava tappe
e luoghi degni di visita ed obbligatoriamente dovevano
tenere un diario. Sonnino divenne una tappa importante e
non casuale di questo percorso formativo. Perché?
Perché il nostro paese aveva molte cose da insegnare
soprattutto sapeva accogliere. |
Edward Lear,
Veduta di Sonnino |
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IL GRAN TOUR E SONNINO |
Gli artisti
avevano fatto sorgere una vera e propria
industria, con alberghi, trasporti, ciceroni,
guide e piante della città, ritratti e souvenir
di ogni tipo oltre al mercato dell'arte. Gli
stessi italiani ebbero un ruolo attivo, con idee
ed iniziative contribuirono alla crescita del
Grand Tour, alcuni governi italiani promossero
volutamente il turismo. Questa forma di
promozione culturale contribuì a modificare
profondamente l'economia e l'identità
di alcune città. Tra queste Sonnino con la sua
locanda ebbe un ruolo non marginale: le storie
di brigantaggio condite con una sana ospitalità
rendevano il luogo attraente. Brigantopoli
attirava per le sue storie spesso arricchite da
racconti che avevano origine nel mito, ma
offriva pure un ambiente sereno e protetto.
"ma diciamo addio a
Sonnino non senza rimpianto, perché vi abbiamo
trovato brava gente"»
Sonnino 10 agosto 189... Valentine De Crouzet. |
Monte Circeo |
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BARTOLOMEO PINELLI |
Bartolomeo Pinelli
(ritratto) |
Bartolomeo Pinelli
nacque a Roma il 20 novembre 1781 in una
soffitta di Trastevere al nº22 di vicolo
Mazzamureli, da Giambattista, modesto scultore
di terracotte, e da Francesca Cianfarini. Questo
evento è ricordato da un busto e una lapide
collocati sulla facciata di un nuovo edificio
perché la sua casa fu demolita per la
costruzione di viale di Trastevere.
Intraprese inizialmente l'arte del padre, ma
sveglio d'ingegno e naturalmente incline al
disegno frequentò l'Accademia di San Luca
fino a quando, undicenne, fu costretto a seguire
la famiglia a Bologna, dove il padre si
trasferì.
A Bologna Bartolomeo si guadagnò la protezione
e l'aiuto del marchese Lambertini, pronipote
di papa Benedetto XIV e potè svolgere studi
più regolari alla scuola di Giovan Battista
Frulli. La non corrisposta passione per una
ballerina, sulla cui testa infranse irosamente
un vaso, lo costrinse a ritornare a Roma dove
proseguì la sua carriera artistica.
Morì a Roma il 1 aprile 1835.
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PINELLI E I
BRIGANTI |
Raccomandato all'abate Levizzari, che gli dà
ospitalità in cambio di qualche disegno,
frequenta l'Accademia capitolina, poi nel 1799
non sa resistere alla voglia di avventura e si
arruola volontario nella legione romana e si
reca a Civitavecchia per dar manforte ai
Francesi contro la città che si è a loro
ribellata.
Presto, diminuito il suo ardore repubblicano,
pensa bene di disertare e si rifugia per un paio
di mesi tra i pastori e i briganti di Maccarese,
dedicandosi interamente al disegno.
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Briganti (particolare) |
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PINELLI INCISORE,
DISEGNATORE E ACQUARELLISTA |
Assieme
all'opera dell'incisore, egualmente se non
addirittura più rilevante risulta l'opera di
acquarellista e disegnatore.
Gli si attribuiscono, infatti, quattromila
incisioni e diecimila disegni. Era talmente
veloce che, si dice, fingendo di prendere
appunti riusciva a terminare il soggetto
richiesto mentre il committente gli spiegava i
suoi desideri.
La divertente caricatura che lo svedese Karl
Jacob Lindstrom ci dà di Pinelli,
conservata nel Museo di Roma, mostra l'artista
che sta su una carrozza e che tenta di
tratteggiare il più velocemente possibile il
paesaggio mentre i cavalli corrono
all'impazzata. Pinelli, infatti, fu talmente
prolifico che oggi è impossibile stimare
l'ampiezza del suo lavoro diviso tra pubbliche
e private collezioni. |
Karl Jacob Lindstrom,
Pinelli in carrozza |
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PINELLI NEOCLASSICISTA |
Femmine di Sonnino (particolare) |
Nonostante
l'eco del neoclassicismo sia presente in molte
sue composizioni, i lavori sono estremamente
moderni pur nella loro semplicità. Sono animati
da una rara energia personale (nel tratto, nel
colore e nell'invenzione) che si libera così
dalle mode artistiche del tempo. La libertà
è la chiave dell'ispirazione di Pinelli.
Egli è un virtuoso disegnatore che insegue la
sua particolare visione del mondo. Anche lui,
come altri artisti del suo tempo, è attratto
dalla bellezza delle donne sonninesi al punto
che le disegna quasi come dive greche. |
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LO STILE ARTISTICO DEL
PINELLI |
Nel suo stile,
la matita, spesso schiarita dalla penna e
dall'inchiostro, viene preferita all'
applicazione del colore. Sebbene queste opere
ripropongano molte delle stesse colorite e
divertenti scene e soggetti (i giocatori di
bocce, il saltarello, la serenata degli amanti,
i costumi alla ciociara, le tenere scene
familiari, i venditori di strada, le donne che
si accapigliano, le vendemmie) nessuna di
queste è identica.
Pinelli fu sempre un inventore, giocando con i
temi e variandoli. Questi rivelano l'acuta
osservazione e la caratterizzazione
dell'artista, allo stesso tempo sono costellati
di orgoglio per la propria gente. |
Famiglia di ciociari partendo dal loro paese |
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PINELLI ARTISTA |
Bartolomeo Pinelli
autoritratto con i mastini |
Il suo modesto
studio in via Felice 134, (oggi via Sistina)
vicino all'Accademia di Francia a Roma, era in
quella parte della città maggiormente
frequentata dai turisti. Conteneva uno
scompiglio di cose. Le pareti erano ricche di
graffiti, di figure e di scritte, fra queste si
leggeva: "Morto è Pinelli ed è la sua tomba
il mondo". NeI suo studio, oltre ai suoi
famosissimi mastini, teneva gatte, serpenti,
gufi. Di fronte al tavolo, ove si poneva a
disegnare ed incidere, su una grossa mensola
posava un teschio umano con il suo motto
favorito: "tutto finisce". |
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PINELLI REALISTA |
Il ruolo
artistico di Pinelli non è pertanto quello
equivocamente folkloristico che la tradizione
più corrente vorrebbe imputargli, ma quello del
testimone distaccato. Egli affida la sua fama a
mezzi più istantanei e quindi diffondibili
rapidamente: lo schizzo, il disegno,
l'acquerello, l'incisione, la terracotta
sbozzata con forti tocchi di spatola e dita. Lo
scenario pinelliano è per lo più Roma e la
campagna laziale, protagonista è la plebe delle
bettole dei vicoli e delle piazze, idealizzata
nei costumi tradizionali e negli atteggiamenti
consueti. Oltre alle forme neoclassiche dei suoi
disegni, dimostra di tenere in massimo conto la
cronaca più sincera e realistica. |
Ciociara che prega
davanti la Croce
dove è stato ucciso il marito |
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PINELLI E I POPOLANI |
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Sono le figure
isolate dei popolani ad interessare Bartolomeo
Pinelli. Donne, uomini e bambini tratteggiati
con estrema sicurezza di chiaroscuro, impostati
nello spazio con naturale chiarezza, ma vivi e
palpitanti. Sono disegnati per il puro piacere
di penetrare la reale evidenza dei personaggi.
La fama dell'artista trasteverino sta proprio
in questa impostazione.
Famiglia di pecorari
nell'interno di una grotta |
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LE QUALITÀ ARTISTICHE
DEL PINELLI
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Quando si
volgeva alla vita dei briganti utilizzava uno
stile più energico e serrato. Giungeva ad
imprimere qualcosa del suo istintivo vigore e
della sua caratteristica spregiudicatezza
ottenendo risultati notevoli.
La libertà è la chiave dell'arte di
Pinelli. Egli è un virtuoso disegnatore, che
abbandona il mondo dell'arte accademica per
inseguire la sua propria visione del mondo
preferendo la liberta dell'acquerello alla
raffinatissima tecnica dei dipinti ad olio
accademici. |
Briganti |
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BARTOLOMEO PINELLI E
LE DONNE DI SONNINO |
Pinelli si è
ritratto mentre in un angolo, ma in
atteggiamento di rilevante compresenza, riprende
uno dei tanti episodi di piccola storia
quotidiana: in questo caso una donna di Sonnino
presso una fonte. Si è più volte affermato che
egli disegnasse le sue scene in presenza di una
figura femminile con un atteggiamento quasi di
totale distacco ben attento a mantenere le
distanze.
Parrebbe invece che egli non si limiti a
riprendere gli episodi, ma se ne faccia anzi
partecipe e si lasci coinvolgere senza però
interamente scoprirsi, salvo che in alcune
eccezioni come nell’ acquerello mentre disegna
un costume sonninese, o nella tavola
allusivamente indicata come il riposo
dell’autore precedentemente esposta. |
Autoritratto mentre disegna un costume
sonninese |
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BARTOLOMEO PINELLI E
LE SONNINESI |
“Le
Femmine di Sonnino erano di struttura maschile,
lineamenti marcati in volto, il colore della
pelle di un vago vermiglio e le loro vesti erano
di più colori, su di esse spille e decorazioni
che ricordano l’abbigliamento greco, ai piedi
indossano dei calzari chiamate ciocie”, così
vengono descritte da Giuseppe Marocco nel 1834.
Ma per Pinelli esse rappresentano un ideale di
bellezza fatto di fierezza e di portamento.
Tutto è armonico nelle sonninesi portatrici di
quella figura ideale antica che era fonte di
interesse per tutti gli artisti dell’epoca.
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Femmine di Sonnino |
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LEOPOLD LOUIS ROBERT |
Leopold Louis Robert |
Lèopold
Robert (La Chaux-de-Fonds 13 maggio 1794
– Venezia, 20 marzo 1835) trascorre quasi tutta
la sua vita da pittore a Roma e in Italia. Ma la
sua prima educazione artistica sarà quella di
incisore, e solo più avanti scoprirà il suo
talento nella pittura grazie all’incontro con il
più grande artista francese del tempo:
Jacques-Louis David.
Léopold Robert nacque in una famiglia di
artigiani francofoni protestanti ed ebbe
un'infanzia felice, a fianco del padre
orologiaio. Pur essendo nato nei pressi di
Neuchâtel, oggi Svizzera, aveva la nazionalità
francese, poiché a quei tempi il Principato era
dominio della Francia . |
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LEOPOLD ROBERT A ROMA |
In una lettera
alla famiglia, datata 10 luglio 1818 annuncia
che è a Roma. Sistematosi al 136 di via Felice,
incontra numerosi pittori come Granet,
Verstappen, Catel, Cogniet o vecchi amici come
Schnetz e il suo rivale Coiny.
Terminato il pensionato si mantiene grazie ai
suoi ritratti disegnati, ma qui a Roma, dove è
venuto per cercare le grandi lezioni del passato
e del presente, Robert si rende conto che è
inutile ripetere all’infinito i soggetti
antichi.
Per lui è il momento di abbandonare la storia
per affrontare tematiche di vita contemporanea
legate soprattutto alle problematiche degli
affetti familiari, dei contadini e dei briganti
laziali.
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La morte del brigante |
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LEOPOLD ROBERT
E IL VIAGGIO IN
ITALIA |
Pellegrinaggio alla
Madonna dell’Arco |
Sia in arte
come in letteratura, c’era il tentativo continuo
di cercare nuovi percorsi, specialmente dopo
l’esaurirsi dei motivi celebrativi e
idealizzanti dell’epoca neoclassica che avevano
trovato appunto nel suo maestro Jacques-Louis
David uno dei più autorevoli esponenti.
L’obiettivo di Robert è la rappresentazione del
reale, della natura e dei personaggi popolari.
Dal suo viaggio in Italia doveva maturare un
grande ciclo, tutto italiano, rappresentante
aspetti tipici delle diverse stagioni dell’anno.
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L'ARTE DI
ROBERT |
L’obiettivo di
Robert è la rappresentazione del reale, della
natura e dei personaggi popolari.
La sensibilità per le scene portatrici di
sentimenti veri che soli potevano portare alla
utilità morale dell’arte, sono evidenti nelle
opere del suo periodo italiano.
Leopold Robert in questo rappresenta il pittore
romantico in ogni suo aspetto pur provenendo
dalla scuola neoclassica del suo maestro David.
La madre felice |
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SONNINO NELLA PITTURA
DI LEOPOLD
ROBERT |
Ritirata dei briganti |
Bartolomeo
Pinelli sarà per il pittore svizzero una
fonte, sistematicamente non confessata, di
soggetti.
Probabilmente Robert aveva subito trovato,
presso questo bohèmien di Trastevere, il comodo
“materiale” di tutta una realtà italiana che lo
incantava ogni giorno di più . Egli la trasporrà
con discrezione nelle numerose composizioni che
faranno la sua fortuna.
Pellegrini e pellegrine, contadini pastori e
pescatori, briganti, vengono moltiplicandosi
nelle sue tele secondo il desiderio degli
amatori stranieri, assetati di pittoresco e di
luce.
Ma la vera originalità di Robert consisterà nel
conferire sempre a queste scene popolari una
dignità, quasi una maestà, che il suo maestro
David gli aveva trasmesso a Parigi negli anni
della sua formazione e che egli non dimenticherà
mai . |
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ROBERT E I BRIGANTI |
Dal 1820,
l’attenzione dell’artista è catturata dai
briganti e dalle loro famiglie, deportati a Roma
dopo l’ Editto del card. Consalvi per la
distruzione di Sonnino e, anche in questo caso,
il tema di Robert diventa quella umanità che
egli sa raffigurare secondo concetti ancora
eroici e del bello ideale. I suoi sono quadri di
storia, in cui però rappresenta romanticamente i
briganti.
Ed ecco allora le scene di vita popolare, e
soprattutto le scene di brigantaggio che i
sonninesi imprigionati gli ispirano, talmente
impressionato dalla foggia dei loro vestiti, dal
loro temperamento, e dalle loro storie.
Due briganti e
una giovane donna in paesaggio montuoso |
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I
BRIGANTI NUOVO SOGGETTO
ARTISTICO |
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Il 14 agosto
del 1820 scrive alla madre, raccontandole che i
briganti che ha ritratto hanno “costumi più
pittoreschi e più brillanti di colori che
esistano”.
Il nuovo genere pittorico è per l’artista
svizzero un: “Soggetto nuovissimo e che dovrebbe
piacere, scena di briganti italiani, il loro
costume è d’una ricchezza strabiliante ed è lo
stesso dopo secoli. L’ho seguito con la più
grande fedeltà, perché avevo loro per modelli e
ho lasciato loro i propri effetti, il proprio
abbigliamento (…)”.
Brigante di vedetta |
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IL "RECLUSORIO DEGLI
ACCATTONI"
E L'ACCADEMIA DI FRANCIA |
Nel 1819 il
Segretario di Stato cardinale Ercole Consalvi
ordinò la distruzione di molte case di briganti,
dei loro familiari e di chi si riteneva fossero
in accordo con loro.
Capitale del brigantaggio, il paese di Sonnino
doveva esser cancellato dalla carta geografica.
Le case e le chiese abbattute, il suo territorio
attribuito ai paesi confinanti e disperse le sue
genti. La conseguente diaspora dei sonninesi
raggiunse vari luoghi, ma la destinazione che
ebbe più risonanza fu senz’altro Roma, dove fu
confinato un numero consistente di famiglie.
Per alcuni di loro si apriranno le carceri di
Castel Sant’Angelo e il “Reclusorio degli
accattoni”, ricavato nei ruderi delle Terme di
Diocleziano.
I pittori dell’Accademia di Francia ebbero il
permesso di ritrarre queste persone la cui
fierezza e dignità faceva riscontro ai loro
abiti visti come straordinari ed esuberanti.
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Donna che veglia sul
marito brigante |
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SOGGETTI DAL CARCERE |
Brigante nella campagna
romana |
I soggetti
incontrati nel carcere e trasposti in una
pittura che ne estetizzava il disagio, donarono
gloria a Robert e iscrissero nella scena
artistica il tema del brigantaggio. Inoltre
fecero di Sonnino un luogo pittoresco.
Ad aver aperto questo varco aveva molto
contribuito Pinelli. Questo artista nel periodo
della rivolta antifrancese si dice avesse
frequentato i ribelli briganti per sfuggire alla
leva obbligatoria. Le acqueforti di “briganti
di Sonnino” fatte da Bartolomeo Pinelli sono
caratterizzate da posture plastiche al pari dei
trasteverini. Entrambi appaiono eredi degli
antichi romani per fattezze e temperamento.
Ma gli artisti francesi, e Robert soprattutto,
ebbero il merito di elevare questo soggetto,
liberandolo dal pittoresco delle scene di
genere, amate dai viaggiatori che acquistavano
questo materiale iconografico come souvenir,
per trasformarlo in un soggetto drammatico,
esposto nelle grandi mostre e nei palazzi delle
nobiltà. Comunque le novità portate da Pinelli
erano state rilevanti, attribuendo vitalità e
fierezza ai suoi soggetti popolari. |
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IL BELLO IDEALE NELLA
RAPPRESENTAZIONE DEI "BRUTTI" |
Rappresentare i
«brutti» , vale a dire soggetti volgari come i
briganti , ma rivestiti di nobili atteggiamenti,
tranquillizava il pubblico degli anni 1820-1840.
Evidentemente la lezione del neoclassicismo di
David aveva giovato ai giovani artisti
dell’Accademia di Francia che ebbero un notevole
successo.
L’Italia di Robert veniva così ad integrarsi nel
dominio del “bello ideale”, senza perdere per
questo la sua primitiva innocenza e il suo
fascino quotidiano.
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Famiglia di briganti in
una grotta
mentre si orna di oggetti rubati ai viaggiatori |
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I MODELLI SONNINESI
ANTICHITÀ VIVENTE |
Ma Robert donò ai suoi personaggi, oltre
alla sontuosità degli abiti “esotici”, il centro della
scena, la complessità dei sentimenti, la dignità di un
mondo interiore di solito riservato ad aristocratici ed
eroi.
Improvvisamente quel carattere pittoresco che tanti
artisti dovevano andare a cercare lontano, si offriva
nel cuore stesso di Roma. Una folla di modelli
autentici, senza trucchi, nobili e fieri erano esempi di
quell’antichità vivente vagheggiata dagli artisti ed
amata dal pubblico sensibile alle nuove concezioni
romantiche. |
I mietitori delle paludi |
MARIA GRAZIA
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Nel carcere di
Termini a Roma Leopold Robert conobbe la famosa
Maria Grazia moglie di un brigante e presa a
modello dall’artista per molte composizioni.
Ritroviamo il volto di Maria Grazia sia nel
ciclo brigantesco che nel ciclo incompiuto
ispirato alle quattro stagioni. Ella è
replicata ben quindici volte.
Le donne sonninesi sono icone femminili. Sono
figure irrequiete rappresentate in pose
romantiche.
Nelle opere di Leopold Robert compaiono con una
soggettività intensa, sono elementi di una
umanità variegata ritratta nelle feste, nella
devozione, nel lavoro, nelle sventure. Mogli di
briganti, contadine, mai rappresentate come tipo
etnico, tanto meno imprigionate in un ruolo. In
tal modo Robert libera le sue modelle e dona
loro una storia ben diversa e più gloriosa della
detenzione, della miseria e delle convenzioni
del genere femminile.
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MARIA GRAZIA BONI O
GIANFELICE? |
Maria Grazie Boni o Gianfelice moglie di
Masocco, tra le donne più belle d’Italia?
Maria Grazia è un nome evocativo e simbolico. Bellissima
moglie del famoso capobanda dei briganti sonninesi
recatasi a Roma dopo la resa del 1818 si fonde e
confonde con la bella omonima modella anch’essa
costretta alla prigionia dalle malefatte del marito.
Leopold Robert ha consegnato ai posteri l’immagine
simbolo di una donna sonninese fiera e bellissima,
moglie sfortunata di un brigante. |
I mietitori delle paludi (stampa) |
ROBERT E CARLOTTA
BONAPARTE |
Nel 1829 a
Roma conobbe il principe Luigi Bonaparte e sua
moglie Carlotta. Di costei Léopold Robert si
innamorò perdutamente.
Nel 1831 trionfò al Salon di Parigi. La tela
"L'arrivo dei mietitori nelle paludi Pontine,
gli fece ottenere la croce della Légion d'honneur
che gli venne consegnata dal re di Francia in
persona.
Nello stesso anno morì in Italia Luigi
Bonaparte, combattendo nelle file della
Carboneria. Carlotta, vedova, si dedicò all'arte
e prese lezioni di incisione e di litografia
proprio da Léopold Robert, che osò ancora
sperare nelle attenzioni di lei.
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LEOPOLD ROBERT A
VENEZIA |
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Nel febbraio
del ’32 arriva a Venezia. La decadenza, la
mestizia che il clima veneziano gli infonde
esaspera ancor più il suo spirito deluso dalla
precedente delusione amorosa. Ed è in questo
contesto che nasce l'opportunità ritenuta
eccezionale di scoprire Chioggia, che invece sa
suggerirgli stimoli forti.
«Non avendomi Venezia - scrive - fornito nulla
di forte, sono stato obbligato ad andare a
cercare nei dintorni: qui ho trovato una
popolazione povera, e vero, ma attiva e
laboriosa e degli uomini pressoché costantemente
esposti ai pericoli del mare: le fisionomie e i
costumi di tutti gli abitanti conservano un
segno orientale che proviene senza dubbio da
antichi rapporti che il paese ha avuto con il
Levante». |
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L'ULTIMA OPERA DI
LEOPOLD ROBERT |
Nel 1834 la Partenza dei
pescatori dell’Adriatico vide la luce e non
smentì le attese. Il clamore ed anche le
polemiche che produsse sono grandissime. Nessuno
disconosce l’eccezionale mestiere, la perfezione
della fattura, ma ciò che convince meno, ed è
oggetto di critiche e polemiche. è proprio
l’ispirazione che si trova alla base di
quell’opera, ritenuta nella maggior parte dei
giudizi contrastante se non addirittura
contraddittoria con lo spirito artistico
dell’epoca romantica.
Dapprima riserve, poi vere e proprie stroncature
e condanne occupano riviste e giornali fino al
febbraio del 1835. Il mondo della gente più
umile crea scandalo.
La rinuncia alla rappresentazione puramente
folkloristica dell’immagine popolare si avverte
nel recupero della pittura storica. In questo
egli compie un’operazione d’avanguardia,
avvicinandosi al realismo e riprende e adatta
l’insegnamento del suo maestro J.L. David, in
tutti i suoi aspetti formali peculiari, quali le
grandi dimensioni della tela, lo schema
piramidale del gruppo dei personaggi, la
teatralità dei gesti. Scelte precise, fatte per
sottolineare la solennità di un evento storico.
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La partenza dei pescatori dell’Adriatico
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LA MORTE DI LEOPOLD
ROBERT |
Lo scandalo
provocato da «La partenza dei pescatori
dell’Adriatico» lo prostrò profondamente al
punto che essa stessa divenne lo scenario della
sua tragica fine. Il 20 marzo 1835 , infatti
Leopold Robert fu trovato suicida, sgozzatosi
proprio sotto il suo capolavoro.
Fu sepolto a Venezia nel cimitero di San Michele
in Isola dove la sua tomba solitaria è testimone
di una tragedia di stampo romantico.
Robert è attualmente un artista dimenticato
anche se le sue opere sono presenti in
prestigiosi musei. E anche il ricordo del nome e
della vita di questo sfortunato artista si è
fortemente appannato. Ma la strada principale
della sua città natale porta sempre il suo nome. |
La tomba di Leopold
Louis Robert nel cimitero monumentale di Venezia |
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IL LASCITO DI LEOPOLD
ROBERT AI SONNINESI |
Ma oltre alla strada principale della sua
città natale che porta il suo nome, il ritratto di Maria
Grazia è uno dei gioielli artistici presenti a Sonnino
che meglio lo ricorda.
La riconoscenza dei sonninesi traspare nelle sue
opere originali presenti nell’ecomuseo delle Terre di
Confine.
La critica più recente riconosce l’importanza
dell’opera di Leopold Robert. Il suo primo merito è
stato quello di smuovere un clima artistico piuttosto
stagnante. Altro elemento fondamentale è quello di aver
posto la centralità della rappresentazione del popolo in
parallelo al dibattito in atto nella letteratura
romantica per il romanzo di cui Alessandro Manzoni fu
protagonista indiscusso.
Nessuno dimenticherà mai il sollievo e la fama che
l’artista Robert ha conferito alla cittadinanza
sonninese nel momento buio della deportazione del 1819. |
La Chaux de
Fonds(Svizzera francese), Rue Leopold Robert |
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Prof. Giuseppe Lattanzi - D.ssa Laura Gasparini |